18 novembre 2007

A honorem

Non so come si chiama in psichiatria questa cosa di immaginarsi le scene della vita futura, intendo farsi i film. Credo ci sia una malattia per definire questa cosa strana perché io mi faccio dei film che sono parecchio folli e quindi devo essere malata di questa sindrome che non ha nome. Immagino ripetutamente il giorno della mia laurea (triennale). So che arriverà la felicità pura perché sarà il giorno più bello dalla mia vita, e immagino che sarà rovinata da qualche scoop della serie “chi si oppone a questa matrimonio lo dica ora oppure taccia per sempre…”. Vorrò essere circondata da chi mi sta simpatico, da chi stimo, da chi mi conosce un po’… sarà il giorno più bello e il più brutto della mia vita perché qualcuno non ci sarà e non dovrà esserci, comunque sia mi farebbe male la sua assenza o la sua presenza, che gioco sbagliato.

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